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mercoledì 24 ottobre 2012

Un altra realtà-vergogna di BRINDISI



palazzo NERVEGNA Brindisi
Quando ho pensato al mio blog, la prima caratteristica a cui non volevo rinunciare è stata quella della condivisione.
Inizialmente era tutto più "difficile". 
Trovare argomenti di cui si conoscono i dettagli, interessare gli altri ed avere molte visualizazioni non è stato sempre un gioco facilissimo.
Oggi COSTAtime è cresciuto, molti di voi si sono affezionati, e iniziano a collaborare, mandandoci argomenti di cui si vuole denunciare o parlare.
Circa due settimane fa ero a Brindisi, ancora Brindisi, e questo è quello che è successo ad una ragazza che poi ha voluto raccontarmi il tutto.
Questo il racconto di Marianna:

Dunque, in una solita domenica di ottobre, mi ritrovai in una selva oscura chè la diritta via era smarrita: IL CENTRO DI BRINDISI.

allestimento della mostruosa mostra
dettaglio allestimento




Tra gente che guardava le vetrine allestite male dei negozi chiusi, tra un paio di saluti pieni di noia regalati qua e là, dopo uno spritz con amici in un bar, mi prende quella voglia di grande città, di uscire e trovare un mondo che cambia ogni giorno, che ti regala cose nuove e tu come una spugna assorbi e torni a casa soddisfatto, pieno di idee e voglia di fare. Bene, decido di andare al Granafei-Nervegna, un palazzo seicentesco situato nei pressi del Duomo di Brindisi, con una facciata illuminata bene, un giardino invitante e dei balconi barocchi, sperando in una mostra interessante. Arrivo. È aperto. Entro nella prima sala a piano terra e trovo una mostra fotografica che aveva come tema la bicicletta. Scatti simpatici, allestimento semplice, voto 6 e mezzo. Vado al primo piano. È lì che mi prende lo sconforto. A parte, le orribili piante secche sparse nella sala senza un perché, appesi c'erano i dipinti su tela di "Nonricordochi", con un tessuto blu arricciato tra un'opera e l'altra e con accanto un foglietto stropicciato attaccato al muro con lo scotch. Volevo morire. I miei 10 anni di cultura artistica buttati nel cesso. Come quando ascolti "Scusami" di Gigi D'Alessio....ecco, uguale. Mi arrabbio con la mia città, le darei uno schiaffo se fosse una donna! Ok, vado dalla signora in reception. "Scusi, ma chi ha curato l'allestimento?" Lei "ehhhh.....se ne occupa l'Architetto Marinazzo, poi un po' noi, boh, chi si trova! Tra un po' ci sarà un'altra mostra diiiii.....non ricordo" io "ah, posso avere un depliant del calendario?" "Mmm...non ne abbiamo." "Ah, nemmeno materiale cartaceo del museo...?" "No!" Fine del racconto.
l'autrice del racconto Marianna
...
Ma, ci rendiamo conto??? 
Ma, davvero non vogliono sistemare le cose?
 La nuova amministrazione comunale, tanto attenta alla cultura, si è forse dimenticata di questa realtà brindisina?
nello stesso palazzo la sala più apprezzata è sicuramente quella dove
è situato il capitello originale della fine della romana VIA APPIA



Quanti giovani si devono ancora allontanare da una città ,ormai, abitata solo da vecchi?
E poi, la signora della reception non è una dipendente? 


Perchè, se la maggior parte dei dipendenti non lavora bene viene fatto fuori dalla sua azienda, e in questa città invece dipendenti comunali occupano inutilmente posti "privilegiati"? 
Anche questa volta non vuole essere un attacco contro la mia città ma, come dicevo prima ,queste sono le segnalazioni che VOI mi mandate.....
baci baci ....COSTAtime

p.s. Tra poche ore in viaggio per Roma e poi Lisbona......avete consigli da darmi per la capitale portoghese?



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